Il Gelato dei Ricordi Perduti

Sotto il caldo sole estivo di Torino, Marco si aggirava tra le stradine del quartiere, in cerca di un gelato che non esistesse più da tempo.

Non era la voglia di dolce a guidarlo, ma un ricordo sfocato della sua infanzia; suo nonno preparava un gelato artigianale, un sapore unico e semplice, con ingredienti dimenticati.

Decise di frequentare una piccola gelateria dai colori desueti che aveva appena aperto in una piazza nascosta. La proprietaria, una donna anziana con occhi vivaci, ascoltò la sua storia e, con un sorriso, gli propose un incontro speciale.

Quel pomeriggio, Marco partecipò a un laboratorio in cui imparò a fare il gelato seguendo le vecchie ricette del nonno, mescolando vaniglia con foglie di basilico e un tocco di limone, ingredienti apparentemente strani ma che si armonizzavano perfettamente.

Il gelato che assaggiò non cancellò il ricordo infantile, ma aggiunse nuove sfumature di sapori e sensazioni, quasi come se il passato si risvegliasse con delicatezza nel presente.

Quella esperienza lo portò a riflettere su quanto certi gesti, anche semplici come preparare un gelato, siano custodi di memorie e di emozioni che non si possono riprodurre con l’esattezza, ma soltanto sentire dentro di sé.

Camminando verso casa, con un cono in mano e il cuore leggero, capì che a volte il vero sapore delle cose non sta tanto nel ricordarle identiche, ma nell’imparare a gustarle di nuovo, ogni volta, in modo diverso.