La Gara Inaspettata

Non era mai stato un corridore, eppure quella mattina Marco si trovò iscritto a una gara di corsa cittadina.

Tutto era cominciato per gioco, tra una chiacchiera con un collega che lo aveva sfidato a partecipare. Marco, uomo di mezza età e impiegato in un’agenzia, non avrebbe mai pensato di arrivare fino al traguardo, ma accettò la sfida per spezzare la monotonia quotidiana.

Il giorno della corsa, la folla era più numerosa del previsto, e l’energia nell’aria sembrava contagiosa. Marco si sentiva fuori posto tra i giovani atleti preparati, ma decise di non farsi intimidire.

Durante il percorso, però, si accorse di un problema: un piccolo dolore al ginocchio che cresceva ad ogni passo.

Il dubbio di fermarsi lo assalì, ma decise di andare avanti, rallentando il ritmo e cercando di ascoltare il suo corpo.

Col passare dei minuti, però, quella pausa forzata gli permise di osservare dettagli che altrimenti avrebbe ignorato: il sorriso degli accompagnatori, il sostegno di chi tifava per lui, la città che si mostrava in una luce diversa dal solito.

Marco tagliò il traguardo non in prima posizione, né con un tempo speciale, ma con la soddisfazione di aver affrontato qualcosa che sembrava impossibile.

Quella esperienza, più che una vittoria sportiva, fu una lezione di ascolto e di accettazione, un momento intimo e personale che non aveva bisogno di applausi o classifiche per valere.

Quando tornò a casa, con il ginocchio ancora dolorante ma il cuore leggero, capì che a volte lo sport serve più a conoscere se stessi che a misurare il tempo con un cronometro.