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Il Giardino d'Inverno della biblioteca comunale era un luogo poco frequentato, ma perfetto per chi cercava un momento di pace tra il caos della città. Lì, tra piante rare e vecchi libri, Elena trascorreva spesso il pomeriggio, trovando conforto nel silenzio e nel profumo della terra bagnata.
Un giorno, mentre sfogliava un romanzo antico, notò accanto a sé un uomo assorto nella lettura. Il suo nome era Marco, uno scrittore in cerca d'ispirazione dopo una dolorosa separazione. Senza molte parole, iniziarono a condividere quello spazio, un silenzio che sembrava contenere mille emozioni.
Col passare del tempo, la loro vicinanza crebbe, ma più che chiacchiere, si scambiavano sguardi e momenti di intimità discreta. Poi, senza un motivo apparente, Marco sparì, senza una parola, lasciando Elena con una domanda che non riusciva a sciogliere.
Elena si domandava se ciò che avevano vissuto fosse reale o solo un sogno sfuggente. Decise di tornare spesso al Giardino, sperando di ritrovare quella presenza che aveva acceso in lei una nuova luce, seppur fragile.
Quel luogo divenne per lei il rifugio di ricordi sospesi e di un amore forse mai veramente cominciato. A volte, la mancanza è più potente di qualsiasi conferma. E così, Elena imparò a convivere con l’incertezza, trovando nel mistero stesso una sorta di bellezza malinconica.
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