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Il rumore del traffico serale riempiva Piazza Vittorio, ma per Lucia era come se il mondo si fosse quasi fermato. Aveva appena inviato un messaggio a Marco, il ragazzo che le piaceva da mesi, e ora la sua mano tremava mentre teneva il telefono.
Ogni secondo sembrava un’eternità mentre aspettava una risposta. Ma il messaggio non arrivava. Lucia cercava di distrarsi con una passeggiata sotto i lampioni gialli, ma il pensiero di Marco era troppo forte. Perché non rispondeva? Aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Decise di chiamarlo, ma alla fine rinunciò. Preferiva non mostrarsi troppo ansiosa. Si sedette su una panchina e guardò le persone intorno, pensierosa. C’era una leggera brezza che muoveva le foglie degli alberi e il profumo di gelsomino svolazzava nell’aria.
I minuti passavano e la sua mente creava mille scenari: forse Marco era impegnato, o forse non aveva visto il messaggio. Oppure, la verità più dolorosa, non voleva risponderle.
Mentre si perdeva in questi pensieri, un vecchio signore seduto vicino le sorrise gentilmente e le chiese cosa la turbava. Lucia raccontò brevemente la sua storia e il signore le disse: “A volte, nel silenzio, c’è un messaggio più chiaro di qualsiasi parola.”
Le sue parole la colpirono profondamente. Lucia capì che non poteva controllare le azioni di Marco, ma poteva scegliere come vivere quel momento. Decise quindi di tornare a casa e aspettare con pazienza, concedendosi la libertà di non sapere subito cosa sarebbe successo.
Quella sera, prima di addormentarsi, lasciò il telefono sul comodino e chiuse gli occhi, pronta ad affrontare qualsiasi risultato con serenità, anche se ancora senza una risposta.
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